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I am the genius of the lamp 1

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  genio1


<big style="background-color: rgb(204, 51, 204);">I am the genius of the lamp and you’ve got one wish…

</big>

Prima avvertenza per l’uso: La storia che state iniziando a
leggere vi sembrerà assurda, il frutto di una mente malata e
perversa a cui l’aver calcolato troppi integrali definiti ha
finito per risultare letale… chi vuole fermarsi faccia ora,
oppure… poi non si venga a lamentare con me che non lo avevo
avvertito!

Seconda avvertenza per l’uso: Alcuni potrebbero non concordare
con quanto verrà scritto qui di seguito: se capiterà di
urtare la sensibilità o i convincimenti di alcuno di voi, oh
miei cari lettori, vi prego di scusarmi, ma questo è uno dei
tanti modi in cui io vedo i personaggi di Saiyuki, dunque perdonate
questa povera pazza ed abbiate pietà del suo disastroso stato
mentale!

Terza ed ultima avvertenza per l’uso: Questa storia è
stata concepita e parzialmente scritta circa cinque anni fa, ai tempi
dell’università… In seguito, gli impegni lavorativi
mi hanno costretto ad accantonare questa mia passione, ma ora che sono
rimasta senza lavoro, su esortazione della mia amica Anna, ho ripreso a
scrivere. E’ probabile che notiate dunque la sovrapposizione di
due diversi stili narrativi: è passato un lustro dalla prima
stesura della mia fanfic, quindi penso sia normale una evoluzione (mi
auguro non una involuzione)… Spero tanto che essa sia di vostro
gradimento… BUONA LETTURA!!!



<big>CHAPTER ONE: GRANT MY DESIRE(S)</big>



Parlami

Il tuo silenzio guarda dentro

Non resisterò



E' un attimo,

Nel tuo vuoto sento che

io non ce la farò



Walk on by

You walk on by



Wondering why



Wandering from you

Falling at your side

Wandering from you

Healing my desire



Stumbling in your soul

Give yourself to me

Hurting your desire

Healing mine



Slegami

Dal mio rimorso,

sei diverso

mentre muoio e poi

risorgo dentro te



Finché vivrò

ricordarti così

sarà una colpa eterna su di me



Walk on by

 You walk on by



Wondering why



Wandering from you

Falling at your side

 Wandering from you

Healing my desire



Stumbling in your soul

 Give yourself  to me

Hurting your desire

 Healing my…



Wandering from you…falling at your side…

Wandering from you… healing my desire…

Stumbling  in your soul… give yourself to me...

Hurting my desire…healing my… healing my… healing
my… healing my…   eyes out…

healing my… healing my… healing my… healing my…  heart out…



Comalies – Lacuna Coil-




27 marzo 2003, ore 16:09

Prima di sparire definitivamente dal mondo reale, desidero lasciare a
tutti voi che leggerete questa lettera un ricordo di me e,
raccontandovi la mia avventura, sperare di restare nel cuore di
qualcuno di voi…mi auguro davvero che qualche anima pia riesca a
conservare in un angolo della propria memoria l’immagine di una
dinamica studentessa universitaria con la testa perennemente fra le
nuvole, che da un giorno all’altro si è trovata a vivere
in un mondo che mai avrebbe creduto potesse esistere!

Ecco cosa accadde:

Sono al centro commerciale con mia sorella quando d’un tratto,
passando davanti alla vetrina di un negozio di articoli sportivi noto
un bellissimo paio di scarpe di una marca pubblicizzata da un genio
(NdR: mi riferisco allo spot televisivo delle Puma, che in quegli anni
narrava di un genio che compariva per esaudire un desiderio non appena
si indossavano un paio di Puma. Questo del genio delle Puma è
solo un espediente che non toglie nulla alla comprensione della storia
che si svolgerà qui in avanti… ad ogni modo ecco il link
dello spot in questione:);con piacere – anche del mio portafogli!
-, noto che il loro prezzo è insolitamente basso, così
entro  e chiedo al commesso di poterle misurare. Il ragazzo mi
guarda con aria strana, poi mi chiede:<<E’ sicura di volere
proprio questo paio qui, vede, non vorrei le accadesse
qualcosa!>>. Io, mentre entro nel camerino (ma perché, da
quand’è che le scarpe si provano nei camerini??? NdR) per
provarmi le scarpe gli rispondo: <<Cosa mai mi potrà
accadere? Voglio queste scarpe a qualunque costo!>>.

Mia sorella è accanto a me, infilo la prima scarpa, poi
l’altra: d’improvviso una nebbia rosa invade il camerino
e  una musica reggae rimbomba nelle nostre orecchie! Ecco apparire
un uomo: dalle sue sembianze e dal suo abbigliamento sembra il figlio
segreto di Bob Marley, costui avanza verso di me con andatura
molleggiata, e con voce suadente mi dice: << I am the genius of
the lamp, and you’ve got one wish!>>. Io rimango a bocca
aperta, stupita e pepplessa, anzi più stupita che pepplessa
(alla Diego Abatantuono!), mia sorella già sta rosicando per la
mia fortuna sfacciata, ma improvvisamente riesco a scuotermi dal mio
torpore e la lucida e spietata mente della brillante studentessa di
Economia Aziendale ha la meglio, e così usando lo specchio del
camerino a mo’ di lavagna ed il mio rossetto come un gesso,
inizio a scrivere formule su formule per convincere il genio ad
esaudire due desideri: uno per me, e l’altro per la mia
sorellina! Il genio è esitante, ma io gli do il colpo di grazia
illustrandogli la complessa dimostrazione del teorema di
Torricelli-Barrow, e così la partita è vinta!

<<Allora, mie crudeli padrone, cosa volete?>>. Anna (my
sister) è tutta agitata,e senza aspettare un secondo in
più grida:<<Voglio diventare la mogliettina di Sha
Gojyo!>>. Il genio schiocca le dita e mia sorella scompare in una
nuvola di fumo rossa! Io rimango allibita, la salivazione azzerata,
riesco a farfugliare solo qualche parola:<<Ma davvero…
davvero… non dirmi che ora lei è veramente… no,
è impossibile!>>. Il genio mi rivolge uno sguardo
divertito ed esclama a gran voce:<<Nulla mi è impossibile,
avanti cosa comandi? Datti una mossa che fra poco inizia Beyblade in
tv, e non me lo voglio perdere!>>.

Io non ho più dubbi: ciò che voglio lo so, l’ ho
sempre saputo da settembre- ottobre 2002 a questa parte, così
tutto d’un fiato dico: <<Voglio diventare la donna di Genjo
Sanzo>>. Il genio rimane scioccato, è diventato talmente
pallido che ora mi sembra di avere davanti a me il sosia di Michael
Jackson! Il suo corpo è scosso da brividi e con un filo di voce
mi chiede:<<Sei sicura, se ci vuoi ripensare… guarda,
faccio finta di non aver sentito!>>.

<<Ma cos’avete oggi, tutti a chiedermi se sono sicura di
quello che faccio! Certo che lo sono! Io non desidero altro che stare
al fianco di Sanzo!>>.

<<Ah sì, in questo caso… contenta tu! Fatti forza!
Mi dispiace, non meritavi un destino così crudele… ma del
resto l’ hai scelto tu stessa! Buona fortuna, ne avrai
bisogno!>>, queste sono state le ultime parole che ho  udito
prima di avvertire uno schiocco di dita…



Ed eccomi qui, ho un fortissimo mal di testa: come sono arrivata in
questo posto? Dove mi trovo? Guardandomi attorno capisco di essere
nella cucina di una casa giapponese, indosso un abitino alla coreana di
colore  rosso, ma la cosa più strana è che mi
sento… in 2D (<< Non sarò mica finita in un
manga?>>, mi chiedo…).

Mentre sono tutta intenta a cucinare…degli spaghetti alla
carbonara (!!!!!!!!!!!), sento provenire dal corridoio dei passi di
qualcuno che, in ciabatte, si sta svogliatamente dirigendo verso la
cucina… la porta si spalanca e… stupore, estasi mistica,
incredulità: davanti a me ho Sanzo, appena uscito dalla doccia,
tutto grondante d’acqua, e vestito unicamente con un asciugamano
bianco che gli cinge la vita… i miei ormoni sono ormai del tutto
fuori dal mio controllo, le gambe mi tremano fortissimo, gli occhi
spalancati, increduli… non riesco a parlare, sono tutta un
tremore…

Il bonzo apre il frigorifero, prende una lattina di birra (Asahi,
ovviamente!), la apre ed inizia a berla di gusto, ignorando totalmente
la mia presenza! Io ho già la lacrimuccia “alla
Rosalie” (Do you know “Versailles no Bara”?) che
penzola incerta dai miei occhi, quando lui si rivolge verso di me, mi
squadra dall’alto in basso e mi dice con aria di
sufficienza:<<Mh… Dunque sei tu quella che mi ha mandato
lo sponsor? Beh, stasera abbiamo ospiti, vedi di darti una mossa con
queste pentole!>>.

<<Va…va bene…>>, sono le uniche parole che
riesco ad articolare, mentre per l’emozione il mestolo che ho in
mano mi cade su un piede, facendomi vedere le stelline dorate!

Mi metto tutta allegra ai fornelli: probabilmente gli ospiti di cui
parla Sanzo sono Hakkai, Gojyo e Goku… Mi chiedo come stia mia
sorella, cosa stia facendo (anche se essendo lei una bella figliola,
conoscendo Gojyo, non devo faticare molto a capire in quali
attività possa essere intenta!… BEATA LEI!)…

…Un momento… stasera fra i presenti ci
sarà… Goku… oh, no! Ciò che sto preparando
non gli basterà neanche come antipasto! Povera me! Così
cerco una pentola, la più grande che trovo, tipo quella che usa
mia madre per cuocere gli zamponi per il veglione di Capodanno, ci
metto dentro tutti i pacchi di spaghetti che ho in casa…

Insomma, comincio a cucinare una cena che potrebbe sfamare
un’orda di Unni famelici… e mentre tutto cuoce e la tavola
è imbandita, vado nella mia camera da letto per cambiarmi
d’abito, e ne approfitto per curiosare un po’! Un brivido
di emozione mi attraversa la schiena quando poso lo sguardo sul letto:
eh, eh… tra qualche ora là sopra…
trascorrerò la mia prima notte col bonzo corrotto! Sono davvero
impaziente e curiosa!

Apro l’armadio per cercare dove sono stati messi i miei
abiti… invece trovo gli abiti di Sanzo… per lo più
ci sono camicie di colori sgargianti e completi di pelle nera…

<<Si può sapere cosa diamine stai facendo? Quella è
la mia parte dell’armadio!>>, tuona alle mie spalle il
biondino, poi guardando il contenuto del suo armadio, si vergogna , e
cerca di giustificarsi:<<Io la detesto la pelle! Davvero,
preferirei indossare una t-shirt e un paio di jeans, ma a quella
maniaca di Kazuya Minekura piaccio vestito di pelle, ed io non posso
far nulla per ribellarmi al volere della mia creatrice, altrimenti
quella prende la gomma e mi cancella per sempre: queste sono le dure
regole che vigono qui a Minekura-city… piuttosto, vediamo come
ha deciso di vestire te…>>,  apre un mio cassetto e
tira fuori la prima cosa che si trova in mano e cioè… un
provocante tanga color rosa! Appena se ne rende conto, lo lancia via
come se scottasse, ed in evidentissimo imbarazzo borbotta:<<Che
situazione assurda! Io esco: devo prendere una boccata d’aria
fresca!>>. Io approfitto dell’ assenza del mio
“uomo” (?????????????!!!!!!!!!!!!!???????????????) per fare
una bella doccia e mettermi tutta in tiro per la serata…

Ecco… ora sono a posto! Mi sono infilata uno yukata color del
cielo con sopra disegnati tanti fiorellini di ciliegio, l’obi
scarlatto che mi stringe la vita mi da un po’ fastidio, ma va
bene così!

Il bonzo corrotto è rientrato: l’ ho sentito sbattere la porta di casa… che modi! Eppure è un monaco!

Sono nel salone che mi do da fare con gli ultimi preparativi, lui mi
passa affianco con la solita aria svogliata… poi nota qualcosa
di strano, si ferma, torna indietro, mi guarda, mi riguarda
squadrandomi dall’alto in basso ed infine dice con aria di
superiorità: <<Mh, però… Come hai detto che
ti chiami?>>.

<<Veramente non me l’avete chiesto, Venerabile Sanzo… Ad ogni modo il mio nome è Rei!>>.

<<Rei, dici? Ehi, tu  non hai niente a che fare con quella
mezza morta di Rei Ayanami:quella lì mi sta proprio sui nervi,
con quella sua aria da santarellina…>>.

<<Beh, in effetti mi sono scelta questo nome perché
proprio come lei anch’io  ci sono poco portata… a
vivere intendo!>>.

<<Poche storie, vieni a fare questi discorsi a me che sono un
bonzo V.I.P.! Ma ci penserò io a farti rigare dritto!>>.

<<E cosa avreste intenzione di fare, sentiamo!>>, gli chiedo io con aria di sfida…

<<Ricorrerò anche alle punizioni corporali, se necessario!>>, replica lui con risolutezza.

Nella mia mente comincio a fantasticare cose davvero troppo hentai per
essere scritte su questi fogli, e mentre mi perdo in questi film
mentali, inavvertitamente mi scappa dalla bocca un’esclamazione
compiaciuta:<<La cosa si fa interessante!>>. Il monaco mi
lancia uno sguardo tagliente come la katana di Goemon: improvvisamente
realizzo di aver fatto una terribile gaffe ed arrossisco, anzi
arrostisco dalla vergogna…

<<A proposito l’arrosto! Devo spegnere il forno o
brucerà!>>, con questo escamotage riesco ad allontanarmi
da Sanzo; l’ ho fatta davvero grossa! Mi vergogno davvero molto,
non riesco nemmeno a stare nella stessa stanza in cui si trova il mio
“corrotto”… che situazione insostenibile!

Ecco che il provvidenziale trillo del campanello della porta mi salva
da questo guaio: <<Buonasera a tutti, speriamo di non avervi
disturbato, ragazzi!>>, ci dice Hakkai, mentre mi porge un
vassoio su cui si trova un dolce preparato da lui stesso per
festeggiare questa speciale occasione.

<<Dunque tu devi essere Rei! Piacere di conoscerti, io sono
Hakkai, Cho Hakkai…>> il mite maestro non riesce a
concludere la frase perché viene travolto da Goku, che irrompe
in casa come una furia, gridando a squarciagola:<<Si mangia, si
mangia!!!>>. All’improvviso si ode un sibilo, poi un colpo
sordo, come se fosse stato colpito un contenitore vuoto: la testa di
Goku, appunto, come al solito vittima del furioso harisen di Sanzo.

<<Sempre a menar le mani, voi due, eh?>> , ecco che anche
Gojyo fa il suo ingresso in scena, lui e mia sorella sono avvinghiati
tipo l’edera attorno ad un albero. Anna ha un’aria stanca,
non mi risulta difficile intuire il motivo di questa sua improvvisa
spossatezza… BEATA LEI! Mi fa l’occhietto, poi con voce
autoritaria ordina a quella ciurmaglia: <<Accomodatevi attorno al
tavolo, io vado ad aiutare mia sorella a servire la cena! Fate i bravi,
che fra poco si mangia!>>. Sanzo le lancia un’occhiataccia,
e con aria di sfida le risponde sarcasticamente:<<Ehi tu, non
crederai mica di aver a che fare con dei bambini
dell’asilo?>>, poi il suo sguardo si posa su Goku, il quale
dopo essersi legato il tovagliolo attorno al collo a mo’ di
bavaglino, ha preso le posate in mano e con esse si è messo a
battere insistentemente sul tavolo; il bonzo, rassegnato, emette un
grande sospiro e, scuotendo la testa, si sistema accanto ai suoi
compagni.

<<Allora, come vanno le cose col bonzo corrotto?>>, mi
chiede mia sorella, curiosa. Sulla mia testa compare un enorme
gocciolone di imbarazzo alla Sailor Moon. Il mio silenzio incuriosisce
ancora di più Anna: <<Allora?>>.

<<Quello lì non mi vede proprio!>>, le rispondo io,
mentre dagli occhi mi escono lacrime tipo cascate del Niagara (con
tanto di arcobaleno!).

<<Lo sapevo, lo sapevo! Te l’ ho sempre detto io, no? Quel
tipo è del tutto paralizzato dalla cintola in giù,
è un caso disperato, senza soluzione, neanche Doraemon potrebbe
porvi rimedio! Sei condannata ad una vita davvero triste, ti
compatisco! Non era meglio se sceglievi Hakkai: lui sembra tutto
calmino, ma poi… mi hai inteso, no? Saresti stata anche il suo
tipo, visto che somigli tanto a Kanan! Ma ancora non è troppo
tardi, vuoi che ci parli io?>>. E mentre la mia cara e
“dolce” sorellina infierisce su di me, io mi contorco,
piango sempre più forte, sembro quasi zio Paperone dopo che gli
è stato rubato il suo adorato “cent” .

Ecco che il mite Hakkai, il patrono degli afflitti, accorre in mio
soccorso: <<Tutto bene, Rei- chan?>>, poi si avvicina a me,
mi abbraccia e mi sussurra in un orecchio:<<Non preoccuparti per
Sanzo, si aggiusterà tutto: lui è un po’ (?)
maldestro, ma in fondo (proprio in fondo, raschiando il barile)
è una brava persona>>.

Finalmente io ed Anna ci apprestiamo a servire  la cena in tavola,
ma… non appena apro la porta della sala da pranzo, una nuvola di
fumo di sigaretta compare davanti ai nostri occhi: in poco più
di dieci minuti quegli scalmanati sono riusciti a rendere quella stanza
simile ad un saloon di terza categoria! Ed io che avevo lavorato come
una forsennata per pulire e preparare tutto quanto! Inizio ad
arrabbiarmi, ma cerco di stare calma, non voglio fare brutta figura
davanti a loro: <<Ehi, ragazzi, ragazzi! La cena è
pronta!>>, dico loro, ma quelli non mi sentono nemmeno, mi
ignorano, si burlano di ME, che mi sono fatta in quattro per la loro
maledettissima cena… no, non posso più sopportare, sono
giunta al punto di non ritorno: <<EHI, RAZZA DI CAFONI, LA SBOBBA
E’ PRONTA, SE VOLETE MANGIARE SMETTETE DI FARE I VOSTRI PORCI
COMODI E TAPPATEVI QUELLE MALEDETTE BOCCACCE!>>, urlo con tutto
il fiato che ho in gola. Segue un attimo di stupore, poi un altro di
imbarazzo, infine quei ragazzacci tolgono via sigarette, accendini,
posacenere e carte da gioco, e finalmente io inizio a servire loro le
pietanze. Mentre sto riempiendo il piatto di Gojyo, lui posa il suo
sguardo su di me: ho un’aria accigliata e sono ancora un
po’ rossa in viso per la rabbia; il kappa non riesce a trattenere
una risata compiaciuta: <<Ah, Ah! Però, che caratterino!
Se questa poverina è di cattivo umore è solo colpa tua,
Sanzo, che non fai il tuo dovere di uomo!>>, e così
dicendo schiocca un bacio sulla bocca di mia sorella, che ha
un’espressione simile a quella del Buddha della Serenità
(BEATA LEI!). <<Visto Sanzo, così si fa! Non te l’
hanno mai fatto un certo discorsetto sui fiori e le farfalle, eh, occhi
suadenti?>>. Fra le mani del biondino in un attimo compare il
bagliore metallico della sua fida Smith & Wesson, ma ecco che
Hakkai pone rimedio alla situazione e scongiura il peggio:<<Su,
ragazzi, mangiamo, altrimenti queste leccornie si raffreddano!>>.
Inaspettatamente tutti gli animi si calmano, e riusciamo ad iniziare
questa benedetta cena: <<ITADAKI MASU! >>.  

La cena procede gradevolmente, Hakkai mi chiede la ricetta di ogni
pietanza che porto in tavola: iniziamo a scambiarci consigli sul come
cucinare questo o quel piatto, e alla fine giungiamo a questo accordo:
io gli insegnerò a cucinare tutti i migliori piatti italiani che
conosco, ed in cambio lui mi svelerà i segreti del sushi,
yakisoba, nabe, ecc…

Anna e Gojyo sono completamente presi dalla loro ardente passione,
sembrano impazienti di tornare a casa loro: chissà come mai?

Goku, invece, dopo essersi riempito a sazietà lo stomaco, si
alza da tavola e dice:<< A belli, c’ho ‘na pollastra
pe’ le mani, io ve saluto… ah, Rei: tu sì che sai
come se cucina! ‘Sto fetente d’un bonzo mi stava a fa
campà a ramen istantaneo, sei la mejo! Va be’: ce se becca
ragà!>>.

Io rimango allibita: a Goku la cucina italiana fa davvero uno strano
effetto, visto che ora parla come Francesco Totti. Sanzo impreca contro
Kanzeon Bosatsu, poi tira fuori l’harisen e picchia furiosamente
e ripetutamente sia Goku che… me! <<Tu, dannata femmina,
non ti azzardare più a cucinare piatti italiani, altrimenti ti
riduco come un colapasta con la mia M 10!>>. Io vado
letteralmente in tilt dopo aver saggiato svariati colpi di ventaglio
sulla mia testolina, che tra l’altro già funzionava poco,
ed ora è pressoché inservibile:quel dannato mi ha causato
a dir poco una commozione celebrale; con le lacrime agli occhi
farfuglio:<<Va bene, va bene, però non mi picchiare
più!>>. Ecco che allora il gentleman Hakkai prende le
parti della giovane donzella (c’est à dire moi!) traviata
da un crudele tiranno (on parle de Monsieur Sanzo!): <<Picchiare
una così dolce fanciulla, ma non ti vergogni, eh Sanzo? Mi
verrebbe da dire:”Ma anvedi ‘sto cafone, te corcherei de
botte!”>>. (Nooooooooo! Il morbo di Totti-gol è
contagioso, anche il mio difensore ne è rimasto vittima!
Comincio seriamente a sospettare della mia cucina italiana: del resto
la mia bravura in cucina è sempre stata eguagliata solo da
quella di Akane Tendo!). Goku è impaziente di andare
via:<<A Sanzo vedi de darte ‘na calmata, che te scoppia er
core, e non te incaz*à  pe’ gnente che a me me
rimbalzi! A regà mò scappo sennò quella biondina
se stanca de m’aspettà!>>. Sanzo, in preda alla
furia cieca inizia a sparare a dritta e a manca con la sua Shoreijyu:
la sala da pranzo è ridotta ad un ammasso fumante di legno e
cocci… ed è proprio in questo momento che
l’intervento di Gojyo arriva come una ciliegina sulla torta:
<<A pelato, che me la dai ‘na svampa?>> e 
lì Genjo dimentica di essere un monaco di altissimo rango, ed in
preda ad un raptus di purissima follia comincia ad imprecare a voce
altissima contro la solita Kanzeon Bosatsu (ma che le avrà mai
fatto quella poveraccia?), mentre getta fuori dalla finestra tutto
ciò che precedentemente aveva già ridotto ai minimi
termini. Sono a dir poco allibita dalla furia distruttrice del bonzo
corrotto, ho paura che lui possa prendersela con me e mandarmi
all’altro mondo, così approfitto dell’immenso
trambusto, e, gattonando, cerco di uscire da quella casa di
matti…”Ma chi me lo ha fatto fare, voglio tornarmene
subito a casa mia!”, mi dico… ecco, grande! Sono arrivata
quasi al portone, pochi passi e questa serata da incubo sarà
solo un ricordo lontanissimo… ma… che succede: qualcuno
mi sta tirando per il collo del kimono, mi volto e mi trovo dinnanzi,
anzi, per meglio dire, in ginocchio al cospetto di  Sanzo, che
dall’alto mi guarda con quella sua aria severa e mi dice con una
voce che fa rabbrividire: <<Dove credi di scappare?>>. Mi
preparo psicologicamente a soccombere: so bene che il minimo che
può accadermi è beccarmi un occhio nero…
<<Beh… ve- veramente io… insomma… nooo, non
volevo mica scappare… solo che…>>. Lui mi guarda
con aria stupita, poi aggiunge:<<Aò, vedi de sbrigarte,
noi c’avemo voglia de magnarce er dolce d’Hakkai!>>.
Io rabbrividisco letteralmente dallo stupore: fino a  cinque
secondi fa, Sanzo sembrava la personificazione del Dio della
Distruzione, ed ora, tutto cortese (… per quanto possa riuscire
ad essere cortese quel corrotto…) mi chiede di portare in tavola
il dolce: soffrirà mica della sindrome del Dottor Jackill e
Mr.Hyde?

Mi dice di mettere la torta sul tavolo, lui, ma se lo ha appena
distrutto il tavolo! Tutti insieme allegramente finiamo di gettare
fuori dalla finestra quel che resta della mia sala da pranzo e poi,
seduti sui tatami, coi piatti sulle ginocchia, ci gustiamo una
squisitissima Kasutera… Goku ha deciso di dare buca alla sua
bella biondina, in compenso si è scofanato più di
metà torta. Decidiamo di giocare a Monopoli, ma Gojyo e Sanzo
sono davvero due imbroglioni, e così Goku si arrabbia con loro
e, sbattendo la porta, se ne va a dormire. Sanzo commenta:
<<Stupida scimmia!E’ proprio un moccioso che non sa stare
al gioco!>>. Io, d’istinto, prendo le difese di Goku:
<<Ha ragione lui, però: siete due bari di prima
categoria!>>. Il bonzo si adira alquanto, e dopo avermi freddato
con uno sguardo terrificante mi risponde: <<Sul fatto che Gojyo
sia un baro non ci piove, ma non ti azzardare mai più a fare
simili meschine supposizioni sul mio conto! Io vinco perché sono
il più abile… più tardi ti mostrerò un
gioco che mi ha insegnato il mio maestro Komyo Sanzo, e potrai
constatare la mia bravura!>>.

…Un gioco che gli ha insegnato il suo maestro… e che
vuole fare solo con me… sta a vedere che questo bonzo non
è affatto paralizzato dalla cintola in giù come dice mia
sorella… però, insomma, poteva tenerseli per se i suoi
progetti hentai per la notte… ora tutti quanti ci guardano in
modo strano e fanno certi sorrisetti maliziosi! Le mie guance diventano
improvvisamente rosse, sto prendendo fuoco… Sanzo, come al
solito, non ci ha capito nulla e si comporta con nonchalance: mi chiedo
se ci sia o ci faccia! Ma che fa, prima lancia il sasso e poi nasconde
la mano? Ad ogni modo i nostri ospiti incominciano a sentirsi di troppo
e così, vista anche l’ora tarda, vanno via uno dopo
l’altro; Hakkai è il primo ad accomiatarsi da noi:
<<Io vi saluto, ragazzi, domani ho lezione a prima ora, quindi
dovrò alzarmi presto… ci vediamo! Ciao,
ciao…>>.

<<A domani, Hakkai, buona notte!>>, gli rispondo io. Lui si
volta verso di me e, dandomi una pacca sulla spalla, aggiunge:
<<Ah! Dimenticavo…Buon proseguimento di serata!>>,
poi mi abbraccia e mi sussurra in un orecchio:<<Visto che avevo
ragione quando ti dicevo che sarebbe andato tutto bene?>>. Io gli
sorrido imbarazzata… spero tanto che vada tutto bene!

Ben presto anche Anna e Gojyo tornano a casa loro… andranno a
letto; ma non certo per dormire! Mia sorella, sulla soglia di casa,
prima di salutarmi mi dice:<< Divertiti, mi
raccomando!>>… incredibile, neanche dovessi partire per
una gita scolastica!

La casa è vuota adesso: io mi metto un grembiule ed inizio a
ripulire tutto quanto. Sanzo, però, ha ben altri progetti per la
serata: <<Ehi tu, ti aspetto in camera da letto: devo ancora
dimostrarti la mia abilità!>>. Io tremo
dall’emozione, sto fondendo per l’imbarazzo… non
credevo che un burbero come lui riuscisse a parlarmi di cose tanto
intime senza fare nemmeno una piega! Al diavolo le pulizie: le
farò domani! Ora vado a mettermi qualcosa di veramente sexy per
il mio primo tête à tête col bonzo corrotto…
chissà cosa accadrà? Sono in bagno che mi preparo: sono
tesissimissima: “ Ci sto mettendo troppo? E se poi quando esco di
qua lo trovo che si è già addormentato? Meglio andare
subito da lui”, mi dico, mentre col cuore in gola apro la 
porta della  nostra alcova: Sanzo è seduto sul letto che mi
aspetta… non appena mi vede entrare nella stanza, mi viene
incontro e con quella sua aria da chi la sa lunga mi dice:<<Ti
stavo aspettando…>>.



…CONTINUA…



Next: … Vi siete mai chiesti cosa facciano i personaggi di
Saiyuki quando non sono impegnati a portare avanti la storia ideata
dalla Sensei Minekura e dallo Studio Pierrot? Come sarà andata
la serata di Rei e Sanzo? La loro sarà una convivenza serena
oppure…?  A queste ed ad altre domande risponderà
Rei stessa nel prossimo capitolo di questa pazza storia! SO… BE
PATIENT AND DON’T MISS NEXT CHAPTER … YOU_HAVE_TO_READ_IT!



JA NE……REI_LIN





      POST SCRIPTUM: Probabilmente molti di
voi si saranno chiesti che cosa c’entra la canzone dei Lacuna
Coil con l’incredibile insieme di stupidaggini che avete or ora
letto: beh, diciamo che quelle belle parole servono a farvi entrare
nella psicologia della protagonista, di quello che lei prova nei
confronti di Sanzo, che ai suoi occhi appare ancora bellissimo ed
irraggiungibile, nonostante i due abitino sotto lo stesso tetto: se voi
poteste rileggere questo capitolo ascoltando “Comalies”,
sono sicura che riuscireste a percepire questo stato d’animo,
come una sensazione di dolorosa attesa che Rei prova dentro di
sé (… e anche stavolta mi sono immedesimata troppo nella
storia… pazienza!).  

Concludo con delle “precisazioni terminologiche”:

1)    Per il nome della pistola di Sanzo ho usato il
termine “Shoreijyu”, come è scritto nella copertina
del primo DVD di Gensomaden Saiyuki, se questa parola va scritta in un
altro modo… let me know ‘bout it!

2)    Spero che i fan di Totti non si adirino per la mia
citazione del loro beniamino in questa storia: il fatto è che mi

serviva un esempio di genuina “romanità” che fosse
riconoscibile dalle Alpi all’Etna… chi meglio di
lui?         

3)    “Versailles No Bara” è il
titolo giapponese della mitica Lady Oscar, per chi non se lo ricordi
Rosalie è la biondina salvata da Oscar (futura moglie del
Cavaliere Nero), che piange sempre per ogni stupidaggine!

4)    Sono aperta ad ogni tipo di critica
costruttiva…e … scusate eventuali errori ortografici,
grammaticali, sintattici, terminologici, concettuali e chi più
ne ha più ne metta!   
A Saiyuki fanfiction: Genjo Sanzo, Cho Hakkai, Sha Gojyo; Son Goku, Homura Taisho, New Character. Alternative Universe, Love Comedy.
Chapter One
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